La serata Interclub tra i Rotary Club Acqui Terme e Canelli-Nizza Monferrato ha avuto come tema: “Il successo del vino italiano nel mondo: luci e ombre”.
Il relatore è stato Giancarlo Voglino, uno dei maggiori esperti di internazionalizzazione e promozione del vino italiano sui mercati italiani.
Accanto a Voglino e ai due presidenti è intervenuto Michele Chiarlo, titolare della famosa azienda vitivinicola di Calamandrana.
Voglino ha presentato la storia del vino italiano negli ultimi trent’anni.
Dopo il periodo di crisi alla fine degli anni Ottanta, la produzione è iniziata a crescere e a migliorare. Si sono affermati nuovi produttori italiani, nonostante il crollo del consumo di vino in Italia, sceso da 100 litri pro capite all’anno negli anni 80 a 36 litri negli anni 90.
Questi imprenditori si sono mossi al di fuori dei confini italiani e hanno conquistato i mercati stranieri, in particolare il Nord America, la Gran Bretagna, la Germania e la Russia.
Sono anche riusciti a diversificare l’offerta, non puntando solo sui quattro vini fino allora più bevuti, Chianti, Soave, Asti, Valpolicella, ma anche su molti altri prodotti bevibili in diverse occasioni.
Si è così giunti a scalzare dal primo posto la Francia in quanto ad export.
Voglino ha però fatto osservare che i dati generali positivi si riferiscono a tutto il Paese, mentre è necessario andare a vedere ogni singola realtà per capire meglio le situazioni. Nel basso Piemonte infatti di “ombre” ce ne sono. Sebbene ci siano prodotti forti come gli aromatici, non si riesce ad andare oltre i cento milioni di bottiglie vendute all’anno.
Il relatore ha concluso con una analisi sulle possibilità future dei nostri vini, in particolare del Barbera, che meriterebbe una maggiore promozione.
Al termine i Presidenti dei due Club, Elisabetta Fratelli Franchiolo e Enzo Gerbi, hanno consegnato a Voglino i guidoncini, insieme al tradizionale dono acquese di una incisione della Biennale Internazionale.