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09 aprile 2013 – La Sinagoga di Acqui Terme – Relazione della Prof.ssa Luisa Rapetti e Lionello Archetti Maestri

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Acqui - Rotary prof Rapetti e Archetti Lionelllo 9La comunità Ebraica è stata presente nella città fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale.

La presenza ebraica è attestata fin dal XVI secolo in due zone: nel vicolo Calabraghe e presso il Castello. Nel 1761, con l’istituzione del ghetto, gli ebrei allora residenti a Acqui furono costretti a concentrarsi in due grandi palazzi, tuttora esistenti, presso la piazza della Fontana Bollente.  Il piccolo oratorio della comunità in via Portici Saracco fu allora sostituito da una grande sinagoga grazie al finanziamento della famiglia Ottolenghi.

Il 24 febbraio 1966, estinta di fatto la comunità, l’immobile  fu alienato a privati: lontano era ormai il settembre del 1888 quando «a gloria di Dio gli israeliti acquesi questo tempio riedificarono auspice il sindaco Giuseppe Saracco» su progetto dell’alessandrino Giulio Leale (1828 – 1903).

sinagoga acqui 11

I nuovi proprietari nel novembre 1970 presentano alla Civica Amministrazione una richiesta intesa ad ottenere regolare licenza «per eseguire una sistemazione interna e restauro esterno del fabbricato denominato “ex Sinagoga”» licenza concessa, ma subordinata all’ osservanza dell’«approvazione degli atti progettuali da parte della Soprintendenza ai Monumenti del Piemonte [“le Belle Arti”]» che il 15 maggio 1971 respinse gli «atti progettuali» esprimendo parere negativo.

Il 18 giugno 1971 i responsabili della locale Sezione di Italia Nostra poterono effettuare una «dettagliata visita ai locali della Sinagoga [riscontrando] che l’edificio è intatto, in ottimo stato di conservazione, privo soltanto degli arredi sacri, dei lampadari e dei banchi» essendo, da un giorno all’altro, attesa l’ispezione de parte di un funzionario della Soprintendenza ai Monumenti che avrebbe dovuto istruire la pratica di notifica (il “vincolo”).

Nella notte del 26 giugno gli abitanti delle case prossime all’edificio vennero svegliati da inconsueti e fortissimi rumori: grazie alla stolta arroganza del denaro i nuovi vandali, nottetempo come i ladri, si misero all’opera sfregiando in modo irreparabile l’interno del Beit Knesset. Dopo una lunga sospensione i lavori di « sistemazione interna e restauro esterno» vennero infine autorizzati ed eseguiti in quanto, a detta della proprietà, l’edificio era «pericolante». Oggi ne rimane sull’ingresso solo una lapide commemorativa.