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8 aprile 2014 – L’avvocato ieri, oggi, domani

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8 aprile: riunione conviviale al ristorante “Naso e gola” di Alice Bel Colle. I tre soci avvocati Acanfora, Buffa e Cervetti hanno presentato la loro professione con tre “arringhe” su passato, presente e futuro.

2Osvaldo Acanfora, iscritto all’albo avvocati da oltre 50 anni, ha raccontato la professione dagli anni 60 agli anni 80. Un’epoca “aurea” per l’attività, le soddisfazioni economiche e i rapporti con i colleghi (all’epoca meno di 20) che erano di rispetto, di stima e anche di profonda amicizia.

Ha ricordato alcuni episodi riguardanti la sua esperienza forense oltre a quella di giudice conciliatore, concludendo che per esercitare la professione di avvocato è necessaria una scelta convinta e di passione.

Maria Vittoria Buffa ha evidenziato le criticità della professione, in particolare dal 2000 in avanti.

3Quali le cause? L’aumento esponenziale degli iscritti (oggi all’albo locale 116, in Italia quasi 250.000 con punte di concentrazione maggiori nel meridione); la mancanza di convinzione nella scelta dell’attività (alla quale ci si rivolge come ripiego); il fenomeno degli avvocati comunitari e soprattutto degli “abogados” provenienti dalla Spagna, dove per esercitare la professione non è necessario né un periodo di pratica presso uno studio (da noi di 18 mesi), né il superamento dell’esame di stato (da noi particolarmente selettivo).

Ha inoltre posto l’accento sul proliferare delle leggi, spesso confuse e contrastanti, e sulla giurisprudenza che è divenuta oscillante, caotica e contraddittoria, rendendo sempre più difficile ed impegnativo il lavoro del legale. Da qui la necessità di creare associazioni professionali anche multidisciplinari.

Ha sottolineato la profonda diversità con l’imprenditore, figura a cui la legislazione comunitaria intende accomunare l’avvocato, dal momento che quest’ultimo non tutela gli interessi, ma unicamente i diritti delle persone e tale deve rimanere l’essenza della professione forense, pur con l’indiscutibile adeguamento ai  tempi.

5Federico Cervetti ha offerto una panoramica del domani della professione: poche luci e molte ombre. Ha indicato alcune possibili trasformazioni della figura dell’avvocato che deve evolversi in linea con i tempi e con le richieste del mercato: essere sempre più specializzato, con competenze specifiche e con la conoscenza delle lingue. La preparazione dovrebbe iniziare dalle università, con piani di studio più adeguati.

I relatori hanno concordato sul fatto che chi si avvicina alla professione forense deve essere, oltre che preparato, animato dall’interesse vero per tale attività. E deve svolgerla con l’orgoglio di indossare la toga per esercitare l’inviolabile diritto della difesa come indicato dalla Costituzione.

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