
La cultura del nostro territorio, dove per cultura si intende l’ insieme di tradizioni, usi , costumi e memoria che unifica e caratterizza Acqui e il Monferrato, deve molto alla coltivazione della vite e al vino. Basti pensare che per definire un nostro piatto tipico come i ravioli nel vino, si usa dire in dialetto ravioli con “da bere”, senza la necessità di ulteriori precisazioni.
La serata Rotary di martedì 20 marzo, che ha avuto come relatore il socio Paolo Ricagno, è stata dedicata proprio a questo prodotto delle nostre terre, ed in particolare all’ Acqui Rosè DOCG, uno spumante ottenuto dalle uve brachetto , dal gusto non dolce, che può essere servito come aperitivo ma anche per accompagnare un pranzo dalla prima all’ ultima portata..
Dopo un aperitivo di apertura durante il quale tutti hanno potuto apprezzare l’ Acqui Rosé DOCG, la serata è stata introdotta da una breve presentazione da parte del Presidente del Rotary Club di Acqui Terme Avv. Maria Vittoria Buffa. Quindi, Paolo Ricagno ha cominciato la sua relazione evidenziando i motivi che hanno portato alla nascita di questo nuovo prodotto.
Paolo Ricagno è da molto tempo una figura di riferimento, per la sua esperienza e capacità, del mondo vitivinicolo piemontese. Produttore egli stesso , è da ventitré anni Presidente del Consorzio di Tutela del Brachetto d’ Acqui, fondato nel 1992, che riunisce circa 60 aziende produttrici distribuite nelle province di Alessandria (7 comuni) e Asti ( 19 comuni). Riconosciuto DOC nel 1969, diventato DOCG nel 1996, il Brachetto d’ Acqui, dopo avere attraversato periodi molto fortunati, sta adesso attraversando, come tutti i vini dolci compreso l’ Asti Spumante, un lungo periodo di crisi.
Per uscire da questa situazione è stata tentata la via dell’ esportazione e sono state impostate campagne pubblicitarie, senza potere arrivare ad una soluzione duratura ed efficace del problema.
L’ Acqui Rosè DOCG, per la sua unicità e per il suo più largo utilizzo a tavola, può diventare – ha sottolineato Paolo Ricagno, e ce ne sono già i presupposti – la chiave di volta per invertire la rotta.
Se pensiamo che si vendono nel mondo 600 milioni di bottiglie di Prosecco all’ anno, il nuovo prodotto, di qualità superiore, territorialmente più definito e con un prezzo comunque contenuto, ha il potenziale necessario per conquistare l’ interesse dei consumatori italiani e di tutto il mondo.
Le prime risposte positive ci sono già e la produzione di uva potrebbe già aumentare, quest’ anno, da 36 a 50 quintali per ettaro.
Il Consorzio Tutela del Brachetto d’ Acqui sta lavorando – ha proseguito Paolo Ricagno – anche ad una modifica fondamentale del disciplinare in seguito alla quale sarà possibile imbottigliare l’ Acqui Rosè fuori dalla zona di produzione. Si tratta di un risultato di enorme importanza che potrà dare una spinta decisiva alle vendite e alla diffusione del nuovo prodotto.
Dopo tutte queste informazioni, Paolo Ricagno ha aggiunto che, per imporre sul mercato i nostri prodotti, è indispensabile l’ amore per il territorio e l’ impegno da parte di tutti, aziende, ristoratori, enti pubblici, cittadini. Ogni evento o iniziativa dovrebbe essere un’ occasione per incrementarne la conoscenza e per pubblicizzarne la bellezza e la ricchezza.
Dopo il ringraziamento conclusivo a Paolo Ricagno da parte del Presidente Maria Vittoria Buffa , la serata è proseguita con una cena al Ristorante “Naso e Gola” di Alice Stazione, durante la quale è stato servito, con grande successo , l’ Acqui Rosè DOCG