
Martedì 27 la professoressa Cinzia Bearzot ha accompagnato i suoi ascoltatori in un interessante viaggio nel quinto secolo avanti Cristo. Dove? Nell’Atene di Pericle e di Alcibiade, i due personaggi che hanno caratterizzato il periodo aureo della città.
La Bearzot è docente di Storia greca all’Università Cattolica di Milano. Ha presentato, al Rotary acquese, il suo ultimo libro: “Come si abbatte una democrazia. Tecniche di colpo di stato nell’Atene antica”.
Perché ha scelto di trattare questo argomento? Perché i due colpi di stato del 411 e del 403 hanno messo in evidenza i punti deboli della democrazia ateniese, un sistema che resisteva da più di 80 anni.
Nei primi capitoli sfilano i protagonisti. Alcibiade è definito “l’uomo della svolta”. Se Pericle rappresentava il politico ideale, dotato di moderazione, preveggenza, intelligenza politica, incorruttibile al denaro e rivolto solo al bene comune, Alcibiade era ambizioso, spregiudicato, violento, rivolto solo ai propri interessi personali.
Altri quattro personaggi rappresentano la degenerazione della politica.
Antifonte: l’ideologo (del partito oligarchico). Lisandro: l’uomo d’azione (che concretizzò il golpe). Frinico: il critico. Teramene: il trasformista. Quest’ultimo è l’opportunista che si autodefinisce “leader moderato”, ma che in realtà è pronto a prendere le distanze, al momento opportuno, dalle situazioni di crisi.
L’elemento che caratterizza questi politici, riconoscibili in tutti i periodi della storia dell’umanità, è la demagogia.
Quali sono le tecniche di colpo di stato? La manipolazione delle istituzioni (assemblea deliberante e magistratura), la propaganda, l’emergenza e la “salvezza della città”, invocata dai golpisti a favore dell’oligarchia. Si giunge, in alcuni casi, all’intimidazione, alla violenza, fino all’omicidio politico, un terrorismo ante-litteram.
Nonostante queste vicende burrascose e questi abili “abbattitori”, la democrazia ateniese riesce a risollevarsi, sia dopo il primo, che dopo il secondo colpo di stato oligarchico.
Gli argomenti trattati hanno coinvolto l’uditorio, anche per l’istintivo collegamento con i problemi attuali della nostra vita politica.
Nel corso del suo intervento la relatrice ha ricordato che proprio dal padre Enzo, ricordato da tutti con affetto come grande e vittorioso allenatore della nazionale, ha “ereditato” la passione per gli studi classici. Enzo Bearzot infatti aveva frequentato con interesse e profitto il Liceo Classico di Gorizia ed era destinato a diventare medico.
Durante la serata conviviale la professoressa Bearzot ha consegnato alle due studentesse del Liceo Classico acquese una pergamena, come attestato e ricordo della loro partecipazione all’Agone Sofocleo, gara internazionale di greco antico, sponsorizzata dal Rotary di Acqui.
Il Presidente Bianchi dona a Cinzia Bearzot un’incisione della Biennale Internazionale