Di grande interesse la serata rotariana organizzata per la serata di martedì 22 novembre. Appuntamento al “Museo nel Museo”, gli spazi che l’amministrazione civica ha ricavato nei locali sotterranei del castello dei Paleologi, proprio sotto il museo civico, per accogliere i numerosissimi reperti che hanno fatto ritorno ad Acqui Terme dopo essere stati per tanti anni nei magazzini della Sovrintendenza di Torino. A spiegare l’importanza della struttura la dott.ssa Marica Venturino, della Sovrintendenza ai Beni archeologici del Piemonte, che ha voluto sottolineare l’illuminata partecipazione al progetto dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Bertero. Un progetto pilota che fa di Acqui Terme una vera capitale dell’archeologia, grazie anche all’apporto dell’Egea che si è fatta carico non solo della prima conservazione dei reperti trovati duranti gli scavi per il teleriscaldamento, ma di vere e proprie iniziative per la divulgazione dei ritrovamenti. Grazie all’amministrazione comunale ed all’Egea, quindi, si è arrivati a perfezionare il progetto, che riguarda non soltanto una raccolta di reperti, ma un vero laboratorio dove i visitatori si potranno rendere conto dei vari momenti che portano alla conservazione e alla valorizzazione di quanto è stato ritrovato nel sottosuolo acquese. «Acqui Terme è un sito di primaria importanza sia per qualità che per quantità di reperti” ha sottolineato la dott.ssa Venturino, illustrando quindi, insieme al dottor Alberto Bacchetta, conservatore del museo, quanto è stato trasferito nei 130 metri lineari di scaffalature metalliche, soffermandosi sui “pezzi” che sono stati posizionati in bella vista, dalle anfore ai mosaici. Pezzi forti della collezione, posti all’ingresso del laboratorio museale, sono una stele funeraria risalente al primo secolo dopo Cristo e il frammento di una statua, ritrovata nel 2013 in corso Roma durante gli scavi del teleriscaldamento. Nel primo caso si tratta di una lastra di marmo alta 2,5 metri e pesante 12 quintali. La stele è dedicata al magistrato Crescente che, in quanto liberto (cioè schiavo che aveva comprato la sua cittadinanza), aveva ottenuto una carica onorifica. Ritrovata nel 1700 ad Acqui, la stele, per due secoli è stata ammirata nei musei reali di Torino. Il frammento di statua invece, un busto femminile alto circa 60 cm, è stato trovato in maniera del tutto fortuita durante un acquazzone nel 2013, durante uno scavo per il teleriscaldamento in corso Cavour: la forte pioggia aveva provocato una piccola frana e casualmente era venuta alla luce quella che è già stata battezzata la “Venere di Acqui”. La dott.ssa Venturino ha anticipato che tra pochi giorni si terrà una conferenza stampa in cui si svelerà l’importante ritrovamento, sul quale non è possibile avere alcuna anticipazione, fatto negli scavi a fianco del passaggio a livello di corso Divisione. Ma sarà una piacevole scoperta, come quella che è stata fatta sempre in corso Divisione, nei lavori di costruzione della “casa del gelso”, con il ritrovamento di tre sacchetti contenenti numerose monete romane. Probabilmente un piccolo tesoretto che uno schiavo metteva da parte per poter acquistare la libertà. Il “tesoretto” è custodito in un armadio blindato, dono del Rotary acquese e posizionato a ridosso di una parete dei sotterranei. Numerose le domande e grande l’interesse. La dott.ssa Venturino ha concluso chiedendo al Rotary di farsi veicolo di divulgazione per poter sostenere il progetto di valorizzazione dei reperti di Acqui Terme e del territorio, che permetteranno di ricostruire la vita e gli usi di chi ha abitato prima di noi in questi luoghi. Nella conviviale che è seguita al Nuovo Parisio, il presidente del club acquese Francesco Piana, ha omaggiato un’opera della Biennale dell’incisione alla dott.ssa Venturino, al dott. Bacchetta ed all’ing. Pierpaolo Carini, presidente del consiglio di gestione del gruppo Egea.
M.P. “Il Rotary al “Museo nel Museo” tra i reperti dell’Acqui romanb” L’ANCORA 27 novembre 2016